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Alimentazione e Salute

Visite mediche: cosa segnalare al pediatra

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Visite mediche: cosa segnalare al pediatra

Introduzione

Nel percorso di crescita di un bambino con disturbo dello spettro autistico (ASD), il pediatra rappresenta spesso il primo interlocutore sanitario e il primo osservatore competente in grado di orientare la famiglia verso una diagnosi precoce e un eventuale iter specialistico. Per questo motivo, è fondamentale che il genitore si prepari in modo consapevole alle visite, comunicando non solo le condizioni fisiche, ma anche comportamenti, cambiamenti regressivi, disturbi sensoriali o emozionali osservati nel bambino.


L'importanza della comunicazione medico-genitore

Una relazione di fiducia tra medico e genitori è essenziale per garantire una presa in carico efficace e integrata. Spesso, alcuni segnali precoci dell'autismo non emergono durante la visita clinica standard, ma vengono colti a casa, nella quotidianità. È compito del genitore riferire con chiarezza:

  • Eventuali ritardi nello sviluppo del linguaggio o nella comunicazione non verbale.
  • Comportamenti ripetitivi (es. dondolarsi, sbattere oggetti, camminare in punta di piedi).
  • Mancanza di interesse sociale: assenza di sorriso sociale, difficoltà nell’instaurare relazioni con coetanei o adulti.
  • Disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti, orari irregolari.
  • Problemi di alimentazione selettiva o rifiuto di determinati alimenti in base a colore, consistenza o odore.
  • Reazioni sensoriali anomale: ipersensibilità o ipo-reattività a suoni, luci, contatto fisico.

Questi segnali, riferiti al pediatra, possono essere determinanti per attivare l’invio a un servizio di neuropsichiatria infantile per una valutazione più approfondita.


Cosa dice la normativa

La Legge 104/1992, all'articolo 12, stabilisce il diritto all’integrazione scolastica e sociosanitaria della persona con disabilità fin dalla primissima età. Per questo, è compito del medico pediatra, in collaborazione con le famiglie, segnalare tempestivamente eventuali bisogni speciali, in modo da garantire l’intervento precoce.

Inoltre, l’art. 25 del Codice Deontologico dei Medici (FNOMCeO) obbliga il medico a “collaborare con la famiglia e le istituzioni per la tutela della salute psico-fisica del minore”.

Infine, il D.Lgs. 66/2017 e il successivo Decreto Interministeriale 182/2020 introducono e regolano l’importanza della documentazione sanitaria (diagnosi funzionale e profilo di funzionamento) ai fini dell’elaborazione del PEI scolastico e dell’integrazione nel sistema educativo.


L'invio specialistico e il ruolo della rete territoriale

Il pediatra, nel caso di sospetto disturbo del neurosviluppo, può procedere a:

  • Compilare una richiesta di visita specialistica presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL.
  • Consigliare un approfondimento diagnostico tramite test standardizzati (es. ADOS-2, CARS, Vineland, ecc.).
  • Segnalare la famiglia ai servizi sociali o ai Centri Territoriali di Supporto (CTS) per avviare percorsi integrati di presa in carico.

È fondamentale che tale invio avvenga in tempi rapidi, per rispettare il principio del tempestivo intervento, riconosciuto anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come essenziale per la prognosi funzionale.


Raccomandazioni pratiche per i genitori

Per prepararsi al meglio alla visita pediatrica, è consigliabile:

  1. Annotare comportamenti ricorrenti e segnali osservati, anche minimi.
  2. Portare video brevi che mostrano i comportamenti a casa.
  3. Consegnare schede compilate con osservazioni settimanali.
  4. Richiedere, se necessario, una relazione scritta che attesti il sospetto e giustifichi l’invio specialistico.

Conclusioni

Il pediatra ha un ruolo cruciale non solo nella cura della salute fisica, ma anche come primo osservatore e attivatore di percorsi diagnostici e di supporto. Una comunicazione aperta, completa e fiduciosa tra genitori e medico può fare la differenza tra una diagnosi tardiva e un intervento efficace e precoce. Per questo, i genitori devono sentirsi liberi e incoraggiati a segnalare ogni dubbio, difficoltà o anomalia, sapendo di essere parte attiva e centrale nel processo di cura.