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Terapie non convenzionali: musicoterapia, pet therapy e approccio olistico
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Una visione complementare dell’intervento
Nel percorso terapeutico dei bambini autistici, accanto alle terapie “tradizionali” come ABA, logopedia e psicomotricità, trovano sempre più spazio gli interventi non convenzionali. Tra i più diffusi e apprezzati ci sono la musicoterapia e la pet therapy, approcci che non mirano a “curare l’autismo”, ma a potenziare il benessere, la relazione e l’espressione emotiva attraverso strumenti alternativi e profondamente umani.
Musicoterapia
La musicoterapia è un intervento terapeutico che utilizza la musica e i suoi elementi — suono, ritmo, melodia, armonia — per favorire lo sviluppo affettivo, cognitivo, motorio e relazionale. Si basa sul fatto che la musica è un linguaggio universale, capace di comunicare anche in assenza di parole.
Come si svolge una seduta di musicoterapia?
- Il terapista utilizza strumenti musicali, canto, ritmo, suoni naturali o tecnologici.
- Il bambino è libero di esplorare, suonare, muoversi, cantare o semplicemente ascoltare.
- Non è richiesta alcuna abilità musicale.
- L’obiettivo non è produrre musica bella, ma stabilire un contatto e stimolare l’interazione.
A cosa serve?
- Migliora la regolazione emotiva (riduzione di ansia, aggressività, iperattività).
- Stimola la comunicazione non verbale e l’attenzione congiunta.
- Favorisce l’interazione con l’adulto in un contesto non giudicante.
- Rende più fluide le transizioni grazie alla musicalità come ponte tra le attività.
Perché funziona?
La musica attiva molteplici aree cerebrali in simultanea: motorie, emotive, cognitive. In molti bambini autistici, la percezione sensoriale è particolarmente intensa e la musica può offrire un canale di espressione sicuro e stimolante.
Pet Therapy (Interventi Assistiti con gli Animali)
La pet therapy, o più correttamente IAA – Interventi Assistiti con gli Animali, consiste nell’introdurre animali addestrati (cani, cavalli, conigli, asini) all’interno di percorsi terapeutici, educativi o ludico-ricreativi, con la guida di un’equipe specializzata.
Cosa avviene durante un incontro?
- Il bambino entra in relazione con l’animale attraverso il gioco, il tocco, il movimento.
- L’animale non giudica, non corregge, non pretende: è un mediatore affettivo neutro.
- Il terapista osserva, guida e propone attività graduali per stimolare attenzione, empatia, comunicazione.
Benefici osservati:
- Aumento della motivazione alla relazione.
- Miglioramento del contatto oculare e della risposta agli stimoli.
- Riduzione dello stress e della paura del contatto fisico.
- Rafforzamento dell’autostima: il bambino “cura” l’animale, sentendosi competente.
Quali animali si usano?
- Cani: sono i più comuni per interventi in ambito scolastico e clinico.
- Cavalli (ippoterapia): molto utile per bambini con difficoltà motorie o di regolazione del tono muscolare.
- Asini e conigli: adatti a contesti rurali, aiutano nella gestione del tempo lento e nell’accoglienza.
L’approccio olistico
Musicoterapia e pet therapy si inseriscono in un approccio olistico, che considera non solo le abilità tecniche o cognitive del bambino, ma anche i suoi bisogni emotivi, sensoriali e relazionali. Sono strumenti che: - Arricchiscono il piano terapeutico globale. - Offrono spazi di benessere e rilassamento. - Possono essere un ponte verso terapie più strutturate.
Non sono alternative alle terapie convenzionali, ma complementari, e devono sempre essere integrate in un progetto educativo e terapeutico coerente.
Come integrarli nel percorso del proprio figlio?
- Valutare gli interessi del bambino: ama la musica? Ha un legame naturale con gli animali?
- Scegliere professionisti qualificati: esistono enti riconosciuti che formano operatori di musicoterapia e IAA.
- Verificare se la struttura è accreditata o convenzionata (alcune attività sono gratuite o rimborsabili).
- Monitorare gli effetti nel tempo, come per ogni altra terapia.
Conclusione
Le terapie non convenzionali come la musicoterapia e la pet therapy non cambiano chi è il bambino, ma possono migliorare il suo modo di stare nel mondo, offrendogli strumenti alternativi per esprimersi, comunicare, rilassarsi e stare meglio con sé stesso e con gli altri.
In un mondo dove spesso si guarda solo al “fare”, queste terapie aiutano a riscoprire il valore dell’“essere”.