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Alimentazione e Salute

Selettività alimentare

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Selettività alimentare

Cos’è la selettività alimentare?

La selettività alimentare è un fenomeno frequente nei bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD). Consiste in un rifiuto persistente di alcuni alimenti, spesso in base a caratteristiche sensoriali come:

  • colore (ad esempio preferenza per cibi bianchi o beige)
  • consistenza (molli, croccanti, grumosi)
  • odore (speziato, forte, dolciastro)
  • temperatura (solo cibi caldi o freddi)

Queste scelte alimentari non devono essere interpretate come capricci, ma possono derivare da ipersensibilità sensoriale, rigidità cognitiva o disturbi gastrointestinali che provocano disagio reale.


Quando preoccuparsi?

Non tutti i bambini selettivi rientrano in un quadro clinico. Tuttavia, la situazione merita attenzione se:

  • la dieta comprende meno di dieci alimenti diversi
  • il bambino rifiuta intere categorie alimentari (come frutta, verdura o proteine)
  • si osserva un calo ponderale o una crescita rallentata
  • il momento del pasto scatena crisi, pianti o forti stati d’ansia

In questi casi è opportuno consultare un neuropsichiatra infantile, un dietista e, se necessario, un logopedista specializzato in deglutizione.


Strategie pratiche per i genitori

Affrontare la selettività alimentare richiede tempo, pazienza e un approccio integrato. Ecco alcune strategie utili:

1. Desensibilizzazione graduale

Esporre il bambino all’alimento in modo progressivo: iniziare dalla vista, poi passare all’odore, al contatto fisico e infine all’assaggio.

2. Proposta ludica

Utilizzare il cibo durante il gioco: preparare insieme, creare disegni nei piatti, usare stampini e forme divertenti.

3. Coinvolgimento attivo

Far partecipare il bambino alla spesa, alla cucina e all’impiattamento contribuisce a ridurre l’ansia e aumentare la familiarità con il cibo.

4. Routine strutturata

Stabilire orari regolari, un ambiente tranquillo e senza pressioni durante i pasti favorisce la serenità e abbassa la resistenza.

5. Diario alimentare

Annotare gli alimenti accettati, quelli rifiutati, il contesto del pasto e le eventuali reazioni emotive o fisiche ai diversi cibi può essere utile per comprendere meglio la situazione e pianificare gli interventi.


I riferimenti normativi: i diritti delle famiglie

In Italia, il diritto a una nutrizione adeguata è garantito dall’articolo 32 della Costituzione e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (Legge 18/2009).

La Legge 104/1992, all’art. 12, tutela il diritto a interventi educativi e terapeutici personalizzati. Tra i benefici previsti vi sono:

  • accesso a percorsi nutrizionali presso la ASL
  • rimborsi per visite da logopedisti e dietisti
  • deduzioni fiscali per alimenti speciali prescritti

In Regione Puglia, i Piani Assistenziali Individuali (PAI) possono includere il supporto nutrizionale all’interno del PEI scolastico o dei progetti riabilitativi riconosciuti dai servizi territoriali.


Il ruolo della scuola e della mensa

Anche l’ambiente scolastico ha un ruolo fondamentale. La scuola ha il dovere di personalizzare il servizio mensa, prevedendo:

  • menu alternativi su base medica o sensoriale
  • piani alimentari scolastici personalizzati, anche con certificazione del pediatra
  • formazione del personale scolastico per riconoscere e gestire difficoltà alimentari

È raccomandato inserire le problematiche alimentari nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) o nel PDP (Piano Didattico Personalizzato) per garantire un intervento mirato e condiviso.


Testimonianze e risorse

“Mio figlio per due anni ha mangiato solo crackers e patatine. Poi, con l’aiuto della terapista, ha iniziato a toccare la frutta e ora accetta la banana. È stato un percorso lento, ma ce l’abbiamo fatta.”
Maria, mamma di un bambino di 6 anni

Libri consigliati:
- Giochiamo con il cibo – Erickson
- Autismo e alimentazione – M. Dallari

Gruppi di supporto online:
- Genitori di bambini selettivi
- Autismo Puglia – Supporto Famiglie


Conclusione

La selettività alimentare non è un problema comportamentale, ma una condizione complessa che richiede attenzione, comprensione e un intervento professionale. In Puglia, le famiglie possono contare su risorse scolastiche, terapeutiche e legali per affrontare questa sfida.

Ogni piccolo progresso, ogni nuovo alimento accettato, è un passo avanti verso una maggiore serenità quotidiana.