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Alimentazione e Salute

Integrazione vitaminica e probiotici nei bambini autistici

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Integrazione vitaminica e probiotici nei bambini autistici

Introduzione

Nei bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD), la selettività alimentare è una condizione molto comune. Questa difficoltà può portare, nel tempo, a carenze nutrizionali significative, con conseguenze sul piano fisico e comportamentale. In questo contesto, l’integrazione vitaminica e l’uso di probiotici possono rappresentare un valido supporto, ma devono essere sempre valutati e prescritti da uno specialista.


Selettività alimentare e carenze nutrizionali

Numerosi studi hanno documentato che i bambini autistici possono seguire una dieta limitata a pochissimi alimenti, spesso per ragioni sensoriali (colore, consistenza, odore), rituali o legate al rifiuto del nuovo (neofobia alimentare).

Le principali carenze rilevate includono: - Ferro, zinco, calcio, vitamina D, vitamina B12, acidi grassi essenziali - Fibra alimentare, con effetti negativi sul transito intestinale - Squilibri nel microbiota intestinale


Ruolo dei probiotici

Il microbiota intestinale è oggi considerato un “secondo cervello”, capace di influenzare non solo la digestione, ma anche il sistema immunitario e neurologico. Alcuni studi hanno riscontrato che i bambini autistici possono avere un disequilibrio nella flora batterica intestinale (disbiosi).

In questo contesto, l’integrazione con probiotici può: - Migliorare la regolarità intestinale
- Ridurre gonfiore, dolori addominali, diarrea o stipsi
- Influenzare positivamente comportamenti legati all’irritabilità e all’ansia

Tuttavia, le evidenze scientifiche sono ancora oggetto di studio, e l'effetto può variare da soggetto a soggetto. Nessun probiotico può essere considerato una terapia dell’autismo, ma solo un possibile coadiuvante in un piano di supporto integrato.


Integrazione vitaminica: quando è utile

La supplementazione vitaminica può essere indicata nei seguenti casi: - Carenze emerse da esami ematochimici
- Segnalazioni del nutrizionista o del medico curante
- Condizioni cliniche che compromettono l’assorbimento dei nutrienti

Tra le integrazioni più comuni: - Vitamina D, spesso bassa nei bambini con ASD
- Vitamine del gruppo B, coinvolte nei processi neurologici
- Omega-3, che possono contribuire alla funzione cognitiva

Anche in questo caso, l’utilizzo deve avvenire esclusivamente sotto controllo medico, dopo valutazione clinica e laboratoristica.


Aspetti giuridici e responsabilità

L’uso di integratori nei minori, in particolare in presenza di condizioni cliniche delicate come l’autismo, non può essere autogestito. I genitori che somministrano prodotti non prescritti, acquistati online o consigliati da non professionisti, si espongono a responsabilità legali in caso di danno alla salute del minore.

Normativa di riferimento:

  • Legge 104/1992, art. 3 – tutela della salute e del benessere del minore con disabilità
  • Codice Civile, art. 2043 – risarcimento del danno ingiusto
  • Codice Deontologico Medico, art. 13 – prescrizione su base diagnostica e clinica
  • Decreto Legislativo 169/2004 – regolamentazione degli integratori alimentari
  • Circolare Ministero della Salute n. 4075 del 2005 – indicazioni sull’uso e pubblicità degli integratori

Ruolo del pediatra e del nutrizionista

È fondamentale che l’intero processo venga supervisionato da un’équipe multidisciplinare, che includa: - Il pediatra di base o specialista
- Un nutrizionista o dietista con esperienza in disturbi del neurosviluppo
- Eventualmente un gastroenterologo pediatrico

Un piano alimentare equilibrato, arricchito solo quando necessario da integrazioni mirate, è la base per uno sviluppo armonioso e sostenibile.


Conclusione

L’integrazione vitaminica e l’uso di probiotici possono contribuire al benessere dei bambini autistici, ma non sono mai soluzioni universali o alternative alla terapia comportamentale, educativa e relazionale.

📌 La supervisione medica non è un’opzione, ma una garanzia di sicurezza e di responsabilità genitoriale.
📌 Ogni bambino è unico: ciò che funziona per uno, può non essere indicato per un altro.