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Scuola e Inclusione

Il ruolo dell’insegnante di sostegno

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Il ruolo dell’insegnante di sostegno

Una figura centrale per l’inclusione

L’insegnante di sostegno è una figura chiave per garantire il diritto allo studio, alla partecipazione e alla valorizzazione delle differenze degli alunni con disabilità, come previsto dalla Legge 104/92. Nel caso specifico dei bambini nello spettro autistico, il suo ruolo diventa ancora più importante: media tra le esigenze individuali e il contesto collettivo della classe, promuovendo un ambiente educativo accessibile, accogliente e rispettoso dei tempi e dei modi di ogni studente.


Chi è e cosa fa l’insegnante di sostegno?

L’insegnante di sostegno è un docente abilitato, con una formazione specifica sui bisogni educativi speciali (BES) e sulle strategie per l’inclusione. È assegnato alla classe e non al singolo alunno, anche se concentra la sua attenzione su chi presenta una disabilità certificata.

Le sue funzioni principali comprendono:

  • Supporto didattico personalizzato: collabora con gli insegnanti curricolari per adattare i contenuti, i metodi e i materiali alle capacità e agli stili di apprendimento dell’alunno con disabilità.
  • Promozione dell’inclusione sociale: lavora per favorire la partecipazione dell’alunno alla vita di classe, al gioco, ai laboratori e alle uscite scolastiche.
  • Mediazione relazionale: aiuta a costruire un clima di classe empatico, in cui tutti gli alunni imparano a convivere con le differenze.
  • Partecipazione alla redazione del PEI: contribuisce all’elaborazione e al monitoraggio del Piano Educativo Individualizzato in collaborazione con famiglia, equipe sanitaria e scuola.
  • Dialogo costante con la famiglia: comunica progressi, difficoltà, strategie e riceve feedback importanti per personalizzare l’intervento.

Insegnante di sostegno e autismo

Nel caso dell’autismo, l’insegnante di sostegno deve avere:
- Competenze specifiche sul funzionamento dello spettro autistico.
- Capacità di lettura del comportamento anche in assenza di comunicazione verbale.
- Familiarità con strumenti di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA).
- Sensibilità ai disturbi sensoriali che possono interferire con l’apprendimento e la partecipazione.
- Abilità nel creare routine stabili e anticipare i cambiamenti per ridurre l’ansia.

La presenza costante e strutturata del sostegno può rappresentare per l’alunno un punto di riferimento sicuro, fondamentale per affrontare la complessità della giornata scolastica.


Competenze chiave di un buon insegnante di sostegno

Un insegnante di sostegno efficace deve possedere:

Tecniche:

  • Didattica personalizzata
  • Gestione delle crisi comportamentali
  • Uso di strumenti compensativi e CAA

Relazionali:

  • Empatia
  • Capacità di ascolto
  • Comunicazione efficace con famiglie e colleghi

Etiche:

  • Rispetto della dignità dell’alunno
  • Riconoscimento delle sue potenzialità
  • Promozione dell’autonomia, mai della dipendenza

Collaborazione con il team docente e la scuola

L’insegnante di sostegno non lavora da solo. La sua azione è efficace solo se inserita in una rete educativa integrata, dove tutti i docenti si sentono coinvolti nel percorso dell’alunno. Serve:
- Condivisione settimanale di strategie e materiali.
- Coprogettazione delle lezioni inclusive.
- Definizione di ruoli e obiettivi comuni.

Il sostegno non è “il suo bambino”, ma un progetto educativo che riguarda tutta la classe.


Relazione con la famiglia

Una relazione trasparente, costante e rispettosa con i genitori è essenziale. L’insegnante di sostegno:
- Accoglie le informazioni che la famiglia fornisce sul bambino.
- Condivide in modo chiaro i progressi e le difficoltà.
- Favorisce la continuità tra scuola, casa e terapia.
- Coinvolge i genitori nella stesura del PEI e nel suo aggiornamento.


Errori comuni da evitare

  • Isolare l’alunno con disabilità in attività separate dal resto della classe.
  • Utilizzare il sostegno solo per “contenere” o “fare compagnia”.
  • Non comunicare con i colleghi curricolari.
  • Ignorare le indicazioni del PEI.
  • Evitare il confronto con la famiglia per paura del giudizio.

Conclusione

L’insegnante di sostegno è molto più di un supporto individuale: è un attivatore di inclusione, un costruttore di ponti tra il bambino e la scuola, tra il gruppo e la singolarità, tra la didattica e l’empatia. Quando lavora con passione, competenza e in rete con gli altri attori educativi, può cambiare davvero la vita di un bambino. Non è un compito semplice, ma è tra i più preziosi che la scuola possa offrire.