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Gestione del sonno e dei pasti nei bambini autistici
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Perché il sonno e l’alimentazione sono così problematici?
Nel disturbo dello spettro autistico (DSA), la regolazione dei ritmi corporei e delle abitudini quotidiane può risultare compromessa. Molti genitori riportano:
- Difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni frequenti
- Selettività alimentare estrema (pochi cibi accettati)
- Rifiuto di provare consistenze nuove
- Dipendenza da rituali legati al cibo o alla nanna
Questi aspetti, pur non essendo “diagnostici”, influiscono in modo profondo sulla qualità di vita del bambino e della famiglia.
GESTIONE DEL SONNO
Le difficoltà più comuni
- Ritardo nell’addormentamento (anche oltre 1-2 ore)
- Risvegli frequenti durante la notte
- Risvegli precoci (prima delle 5 del mattino)
- Resistenza ad andare a letto
- Iperattività serale o stimolazione sensoriale continua
Secondo studi recenti, fino al 70-80% dei bambini autistici presenta disturbi del sonno.
Cause possibili (non sempre evidenti)
- Difficoltà di regolazione della melatonina
- Ansia da separazione o ipervigilanza
- Rigidità nelle abitudini e difficoltà a “staccare”
- Iper- o ipo-sensibilità a stimoli ambientali (luci, suoni, texture delle lenzuola)
- Difficoltà a comprendere la sequenza delle azioni che portano al sonno
Strategie per migliorare il sonno
1. Routine serale coerente e ripetitiva
- Andare a letto sempre alla stessa ora
- Sequenza di attività prima della nanna (es. bagno → pigiama → libro → lucina)
- Uso di sequenze visive per anticipare ogni passaggio
2. Ambiente favorevole
- Luci soffuse
- Lenzuola con texture gradite
- Rumore bianco o musica rilassante
- Niente schermi o giochi elettronici un’ora prima
3. Rituali affettivi
- Canzoncina della buonanotte
- Oggetto transizionale (peluche, coperta)
- Frase ripetuta ogni sera (“Ora si dorme, domani ci aspetta una nuova giornata”)
4. Supporti visivi e anticipazioni
- Timer visivo o clessidra per avvicinarsi gradualmente al letto
- Simboli “giorno-notte”
- Agenda visiva della serata
5. Monitoraggio con diario del sonno
- Annotare orari, eventi disturbanti, comportamenti
- Utile per osservare pattern e migliorare l’intervento
In alcuni casi è consigliato il supporto medico per la melatonina, sempre sotto controllo del neuropsichiatra infantile.
GESTIONE DEI PASTI
Cosa significa selettività alimentare?
Molti bambini autistici presentano:
- Rifiuto di intere categorie di cibo (es. frutta, verdura, carne)
- Intolleranza a consistenze specifiche (croccante, viscido)
- Fissazioni per specifici brand, forme o colori
- Difficoltà a mangiare fuori casa o in contesti nuovi
Questi comportamenti non sono “capricci”, ma strategie di controllo e autoregolazione sensoriale e cognitiva.
Perché succede?
- Iper-sensibilità tattile o gustativa (es. ogni consistenza è amplificata)
- Difficoltà nella motricità orale (masticazione, deglutizione)
- Rigidezza mentale (resistenza al cambiamento)
- Esperienze negative passate (vomito, soffocamento, ansia)
- Bisogno di routine e prevedibilità
Strategie per una sana educazione alimentare
1. Non forzare mai
La forzatura crea opposizione, ansia e rifiuto. Il cibo non deve mai diventare una battaglia.
2. Esporre gradualmente a cibi nuovi
- Iniziare dalla presenza visiva nel piatto
- Poi si passa all’esplorazione sensoriale (annusare, toccare)
- Infine, assaggio facoltativo
3. Usare rinforzi positivi
- Non premi alimentari (evitare “se mangi la verdura, ti do il dolce”)
- Ma lodi, storie, giochi simbolici legati al cibo
- Rinforzare il coraggio di provare, non solo il risultato
4. Coinvolgere il bambino nella preparazione
- Scegliere insieme gli ingredienti
- Toccare, annusare, mescolare
- Rendere l’esperienza sensoriale e partecipata
5. Routine del pasto
- Orari fissi
- Ambiente tranquillo, pochi stimoli
- Sempre seduti nello stesso posto, con lo stesso piatto o tovaglietta, se necessario
- Prevedibilità = sicurezza
6. Supporti visivi
- Agenda dei pasti
- Immagini dei cibi proposti
- Tavola visiva delle scelte: “Oggi puoi mangiare questo o questo”
Coinvolgere scuola e terapisti
A scuola:
- Usare strumenti visivi anche per i pasti (menù illustrati)
- Non forzare il bambino a mangiare
- Dare tempo e spazi alternativi, se necessario
Con i terapisti:
- Logopedisti e TNPEE possono lavorare su motricità orale e approccio sensoriale
- Dietisti e nutrizionisti esperti in autismo possono costruire piani alimentari flessibili
- Supporto psicologico per gestire l’ansia legata al momento del pasto
Aspetti psicologici
Sonno e alimentazione sono esperienze corporee profondamente legate all’emotività.
Quando il bambino si sente costretto, sotto pressione o non compreso, può:
- Perdere fiducia in sé e negli adulti
- Sentire che il proprio corpo “non funziona”
- Associare negativamente il momento del pasto o della nanna
Insegnare a dormire e a mangiare bene non significa ottenere obbedienza, ma offrire sicurezza, rispetto e accompagnamento.
Conclusione
Sonno e alimentazione non sono solo bisogni biologici, ma esperienze relazionali, affettive e sensoriali.
Nei bambini autistici, richiedono attenzione, tempo, strategie su misura e tanta pazienza.
Una buona gestione quotidiana in queste aree non solo migliora la qualità della vita del bambino, ma rafforza tutta la famiglia, riducendo lo stress e costruendo fiducia e serenità condivisa.