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Alimentazione e Autismo: il Ruolo della Dieta nei Bambini con Disturbi dello Spettro Autistico
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Negli ultimi anni, il legame tra alimentazione e autismo ha suscitato un crescente interesse sia nella comunità scientifica che tra i genitori. Non si tratta di un interesse teorico, ma di un percorso sempre più concreto, alimentato da evidenze cliniche che dimostrano quanto il cibo possa influenzare — in modo diretto o indiretto — la qualità della vita, il comportamento e lo sviluppo neurocognitivo nei bambini con disturbi dello spettro autistico (ASD).
Nel video "Bambini, alimentazione e autismo", il dott. Carlo Alberto Zaccagna illustra con precisione e umanità le basi scientifiche e cliniche di un approccio integrato alla nutrizione nei bambini autistici. In questo articolo ne approfondiamo i punti fondamentali.
L’intestino come secondo cervello
Uno dei concetti cardine espressi nel video riguarda l’importanza dell’asse intestino-cervello. Oggi sappiamo che l’intestino non è soltanto un organo digerente, ma un vero e proprio sistema nervoso periferico, dotato di oltre 100 milioni di neuroni e strettamente connesso al cervello tramite il nervo vago e segnali biochimici.
Nei bambini con autismo, sono frequentemente documentate:
- disbiosi intestinali (alterazioni della flora batterica);
- infiammazione cronica intestinale;
- permeabilità intestinale aumentata ("leaky gut").
Queste condizioni possono contribuire a disturbi neurologici, comportamentali e immunitari. Da qui nasce la necessità di intervenire non solo a livello terapeutico, ma anche nutrizionale.
Diete e approcci nutrizionali utili
L’intervento del dott. Zaccagna evidenzia come alcune strategie dietetiche, quando integrate in un percorso terapeutico complesso, possano migliorare significativamente la qualità della vita del bambino e della sua famiglia.
Dieta senza glutine e caseina (GFCF)
La rimozione del glutine (cereali come grano, orzo e segale) e della caseina (latte e derivati) può produrre effetti positivi in alcuni bambini, grazie alla riduzione di peptidi oppioidi (gluteomorfine e caseomorfine) che interferiscono con la funzione cerebrale.
Effetti osservati nei casi positivi:
- miglioramento del contatto oculare;
- riduzione delle stereotipie;
- maggiore presenza sociale;
- diminuzione dei disturbi gastrointestinali.
Non è una dieta universale, ma deve essere sperimentata con criteri clinici precisi e sotto supervisione.
Dieta antinfiammatoria e a basso carico glicemico
Ridurre l’apporto di zuccheri raffinati, farine bianche, additivi e cibi ultraprocessati può contribuire a modulare l’infiammazione sistemica e a stabilizzare l’umore e l’attenzione.
Questa dieta privilegia:
- verdure di stagione;
- cereali integrali ben tollerati;
- acidi grassi essenziali (omega 3);
- frutta fresca;
- alimenti ricchi di antiossidanti.
Integrazione mirata
Nel video si sottolinea come, in molti bambini autistici, si riscontrino deficit nutrizionali che possono essere corretti con un'integrazione specifica, sulla base di analisi individuali.
Tra i supplementi più utilizzati:
- Vitamina D;
- Magnesio e Zinco;
- Probiotici e prebiotici;
- Vitamine del gruppo B;
- Omega-3 da olio di pesce.
L’integrazione deve essere prescritta da un professionista competente in nutrizione clinica e neuropsichiatria infantile.
Selettività alimentare nei bambini con autismo
Un ostacolo significativo all’intervento nutrizionale è la selettività alimentare, molto frequente nei bambini autistici. Questa condizione si manifesta con la tendenza a rifiutare cibi in base al colore, alla consistenza, all’odore o alla forma.
Il dott. Zaccagna invita ad affrontare il problema con pazienza e metodo, attraverso:
- tecniche di desensibilizzazione graduale;
- coinvolgimento di terapisti occupazionali;
- strategie comportamentali ABA;
- rinforzi positivi e imitazione a tavola.
L’obiettivo non è forzare, ma educare il bambino alla varietà, rispettando la sua sensibilità sensoriale.
Alimentazione come parte di un modello terapeutico integrato
Uno dei messaggi fondamentali è che l’alimentazione non deve essere considerata un trattamento isolato, ma parte integrante di un modello terapeutico ampio e coordinato. Solo un approccio integrato, multidisciplinare, può dare risultati duraturi.
Un corretto percorso dovrebbe includere:
- valutazione neuropsichiatrica;
- diagnosi biologico-nutrizionale;
- logopedia e terapia psicomotoria;
- terapia comportamentale (ABA, Denver, ecc.);
- counselling familiare.
In questo contesto, la dieta non sostituisce le terapie, ma le potenzia, favorendo uno stato di equilibrio che può riflettersi su più livelli: cognitivo, emotivo, motorio e comportamentale.
Conclusione
L’intervento del dott. Zaccagna ci restituisce una visione concreta e scientificamente fondata dell’alimentazione come alleata nella gestione dell’autismo. Senza scivolare in facili entusiasmi o promesse miracolistiche, egli invita genitori e operatori sanitari ad approfondire, ascoltare, osservare e personalizzare.
Ogni bambino è un universo a sé. Non esiste una ricetta valida per tutti, ma esiste un approccio ragionato, consapevole e basato sull’esperienza clinica, che può fare la differenza.
Per chi desidera approfondire ulteriormente, il video completo è disponibile su YouTube:
Guarda il video: Bambini, alimentazione e autismo – Dott. Carlo Alberto Zaccagna