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Abilità sociali e comunicazione alternativa (CAA)
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Perché la comunicazione è tutto?
La comunicazione è alla base della vita di relazione. È ciò che ci consente di esprimere emozioni, bisogni, desideri, opinioni. Quando un bambino non riesce a comunicare con gli altri in modo funzionale, non solo si isola, ma può sviluppare frustrazione, aggressività, autolesionismo o chiusura.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) è una risposta concreta a tutto questo.
È un insieme di strategie e strumenti, analogici o digitali, pensati per dare voce anche a chi, per ragioni neurologiche, sensoriali o motorie, non può parlare o lo fa in modo limitato.
A chi è rivolta la CAA?
Spesso si pensa che la CAA sia solo per bambini con autismo non verbali. In realtà, può essere utile in moltissimi casi, ad esempio: - Bambini che parlano, ma non usano il linguaggio per comunicare - Bambini con disturbi del linguaggio o della comprensione verbale - Bambini con ritardo cognitivo - Bambini con afasia, paralisi cerebrale infantile, sindrome di Down - Bambini in età prescolare con sviluppo comunicativo atipico
La CAA non è “un’ultima spiaggia”, ma una risorsa trasversale, utile anche in contesti scolastici per favorire l’inclusione e la partecipazione.
I principali strumenti della CAA
Simboli e immagini
- Simboli standardizzati (PCS, ARASAAC, Widgit)
- Fotografie reali per attività familiari (es. il proprio bagno, la propria tazza)
- Simboli con significato emotivo (es. triste, felice, stanco)
Quaderni o comunicatori cartacei
- Raccolgono simboli organizzati in categorie tematiche
- Possono essere costruiti con la famiglia o con la scuola
- Utili per la comunicazione “in movimento”
Tecnologie digitali
- App vocali che leggono i simboli selezionati
- Tastiere visive digitali (tablet)
- Dispositivi con output vocale personalizzato
Esempi di app: Proloquo2Go, Cboard, LetMeTalk, Grid3, GoTalk NOW
Gesti e segni
- Adattati dal linguaggio dei segni o semplificati
- Particolarmente utili per i bambini piccoli o con buona imitazione motoria
CAA e regolazione emotiva
Oltre a facilitare la comunicazione di bisogni concreti, la CAA aiuta il bambino a: - Esprimere emozioni in modo socialmente accettabile (“sono arrabbiato”, “ho paura”) - Chiedere una pausa o un cambio di attività - Segnalare disagio in situazioni che altrimenti genererebbero crisi
Le “tabelle delle emozioni” e le “agende visive emotive” aiutano a dare un nome al vissuto interno, elemento fondamentale per il benessere psicologico.
CAA e sviluppo delle abilità sociali
Imparare a comunicare, anche con strumenti alternativi, stimola la socializzazione, specialmente se: - Gli adulti modellano l’uso della CAA (mostrano come si usa) - I compagni vengono coinvolti nel gioco e nella comunicazione - Si crea un contesto dove ogni forma di espressione è valorizzata
Quando un bambino può: - dire “ciao” - proporre un gioco - fare una scelta - rifiutare qualcosa
… iniziano le relazioni. Non importa come comunica, importa che possa farlo.
La CAA a scuola: una strategia inclusiva
Perché è importante?
- Favorisce la partecipazione attiva
- Permette di rispondere all’appello, intervenire in classe, chiedere aiuto
- Riduce l’isolamento dell’alunno non verbale
- Aiuta i compagni a capire e interagire
Come si integra?
- Utilizzo di agende visive per le routine scolastiche
- Attività didattiche adattate con simboli
- Cartelloni visivi in aula (giorni della settimana, meteo, regole)
- Comunicazione tra scuola e famiglia con agende simboliche
Il ruolo della famiglia
Il successo della CAA dipende fortemente dall’ambiente familiare. Alcune strategie fondamentali:
- Usare la CAA durante la vita quotidiana (a casa, al supermercato, al parco)
- Modellare la comunicazione: l’adulto mostra come si usa lo strumento, senza forzare
- Dare il tempo di rispondere
- Valorizzare ogni tentativo comunicativo, anche non perfetto
La CAA è come una lingua straniera: va parlata, vissuta e condivisa con amore e costanza.
La CAA si adatta e cresce con il bambino
Ogni bambino ha il suo percorso comunicativo. La CAA: - Può partire da simboli singoli e arrivare a costruzioni frasali - Può essere combinata con parole parlate (“parlare con immagini”) - Può evolvere verso l’uso di strumenti digitali avanzati
L’obiettivo finale non è usare immagini per sempre, ma dare voce al pensiero, in ogni forma possibile.
Attenzione: errori comuni da evitare
- Usare la CAA solo in terapia: deve essere integrata nella vita quotidiana
- Ignorare i tentativi comunicativi non convenzionali
- Scegliere strumenti troppo complessi o troppo semplici
- Non formare il contesto (insegnanti, fratelli, educatori)
La CAA funziona quando diventa cultura condivisa.
Conclusione
La Comunicazione Aumentativa Alternativa non è una terapia, è un diritto.
Ogni bambino ha il diritto di essere ascoltato, capito, rispettato.
Dare gli strumenti per comunicare è offrire libertà, dignità, partecipazione.
Che sia con un gesto, un simbolo o una voce sintetica, l’importante è che il bambino possa dire “Io ci sono”.